Nel caos forsennato di dichiarazioni di esperti di qualsiasi
cosa di tutto il mondo più o meno collegati all’emergenza coronavirus avevo
deciso di abbandonare la scrittura di articoli.
Tuttavia è capitata una questione interessante in uno degli
argomenti che più mi sta a cuore: il sistema giudiziario degli Stati, il
linguaggio giuridico, l’organizzazione della giustizia, l’indipendenza dei
poteri, la titolarità dei diritti, ecc.
Partirò con una domanda: si può sanzionare con una multa o
con multe a raffica l’esercizio di un diritto, un diritto che qualsiasi organo
pubblico di governo non può rifiutare?
Il buon senso direbbe di no, l’educazione democratica direbbe di no. Eppure è successo nella città di Bologna e può succedere a tutti, nella città che ha visto le sardine in gran numero cantare ‘Bella Ciao’ durante la campagna elettorale di novembre, dicembre e gennaio scorso per sostenere la candidatura di Bonacini al governo della regione.
La questione è semplice. Io risiedo nella ZTL (zona a
traffico limitato) da almeno 35 anni in abitazione di proprietà, con auto di
proprietà e né la Regione Emilia-Romagna né il Comune di Bologna mi possono
impedire di circolare con la mia vettura per entrare e uscire dalla ZTL. In
tempi normali si intende, a prescindere della emergenza Coronavirus.
Eppure mi è pervenuta una multa che ho pagato dopo due
giorni, ma mi è arrivato subito l’avviso di
un’altra e non so quante altre ne arriveranno, mentre sono confinato in
casa.
Il motivo? Perché per esercitare un sacrosanto diritto
occorre un contrassegno, una volta rinnovato di anno in anno; invece, da almeno
10, 12, 15 anni (chi lo sa?), bastava una vetrofania con scadenza ‘a fine
requisiti’ (tutt’ora esposta sulla mia auto). Adesso il contrassegno è
eliminato, come per il bollo della tassa di proprietà o il bollo
dell’assicurazione. Ma, attenzione: è stato inventato il contrassegno
virtuale ed è necessario. Grazie a Iperbole, ve lo procurate in
cinque minuti e nessuno può impedirvelo, a patto di avere residenza, auto di
proprietà e patente.
Ma allora perché tante multe per il sottoscritto? Semplice:
il contrassegno è stato tanti tanti anni fa consegnato al proprietario
dell’auto (ora mia con la stessa targa), mia moglie. Questo impediva di circolare
al coniuge e altri familiari anche da soli? Niente affatto.
Badate. Mia moglie è
morta nel 2012. Era gravemente malata e io avevo avuto anche il contrassegno
per handicap come accompagnatore. Non appena ricevuto il certificato di morte
un avviso perentorio e immediato mi ha subito condotto a restituire il
contrassegno dell’handicap. Nessuno mi ha avvisato che avrei dovuto richiedere
un nuovo contrassegno ztl, per aver cambiato proprietà e assicurazione quando
mia moglie si era aggravata.
L’on. Bersani, manco fosse una lavandaia d’altri tempi,
sfoggiava quando era leader lenzuolate di liberalismo. Per esempio, il
provvedimento grazie al quale le sue figlie dal primo giorno di patente
godevano della classifica di merito paterna per l’assicurazione civile (ottima
visto che il padre non guidava mai). Di Maio, peraltro, ha proposto che tutti i
familiari godano della classifica di merito del più virtuoso. Insomma il merito,
che è strettamente personale, si estende ai componenti della famiglia, i
diritti del singolo richiedono appositi permessi.
Sono stato all’ufficio Tper (via san Donato 25) senza altro esito che il consiglio di rivolgermi al giudice di pace lì a fianco. Sono stato al comando della polizia locale (via Ferrari 42) che riceveva solo per appuntamento, ma era ancora chiuso. L’appuntamento richiesto per telefono mi è stato negato. ‘Doveva iscrivere l’auto a Tper’.
Une sciocchezza perché Tper è nata il 1° febbraio 2012 e la mobilità sostenibile gli è stata affidata per appalto solo nel 2014. Quale era la regola prima? Non è dato sapere.
Tper ostenta Trasparenza in ogni sito. Verifichiamola.
Nel 2012 ha sostituito la ATC, l’azienda del traporti
comunali di Bologna. E’ un’azienda, recitano i siti, a totale partecipazione
pubblica. Partecipazione azionaria: 46% regione Emilia Romagna, 31% Comune di
Bologna , 11% Citta metropolitana di Bologna (recente invenzione di lawmakers
di sinistra – uso la dizione americana ‘fabbricanti di leggi’ molto meno
asettica per sostituire il termine legislatore caro ai nostri giuristi e magistrati
). Insomma parole altisonanti per assicurare che il governo dell’azienda è per il 95% nelle mani del PD ex ex ex PCI
bolognese e lo rimarrebbe anche se per avventura il PD—ex ex ex Pci perdesse il
sindaco. Naturalmente c’è un bel numero di altre partecipazioni e successive
acquisizioni di società di trasporti sempre nella zona più orientale della
Regione, tra cui 13 partecipazioni in società non nominate, tutte
insignificanti dal punto di vista decisionale .
Nel 2014 come ho detto, la Regione ha affidato la mobilità locale (evidentemente prima affidata alla polizia locale o municipale) a Tper, si dice per appalto. Che mese? Il nuovo sistema di rilevamento informatico è omologato dal dipartimento delle infrastrutture e dei trasporti nel luglio 2014, (allora affidato al ministro Maurizio Lupi di Nuova forza italia, come compenso elettorale da parte di Renzi, per poi sottrarglielo nel 15 e darlo al PD Del Rio) Ora io pensavo che gli appalti richiedessero gare di appalto, e andassero rinnovati. Ma evidentemente ci sono tipologie diverse e sarebbe interessante sapere quali lawmakers e quando, quale partito regnante, è stato inventato questo appalto senza scadenza. Che costituisca una innovazione di dubbia legalità è esplicito, visto che le sanzioni per violazione sono a carico della polizia locale. Tper però gestisce le telecamere automatiche che registrano la circolazione (gestisce forse anche la taratura e il controllo), stabilisce modalità e tipologia dei permessi, di cui per altro possiede la titolarità, annovera tra i suoi 2500 dipendenti i giovanotti che segnalano le violazioni, spesso sbagliando, un compito che normalmente spetta ai cosiddetti vigili urbani. Evidentemente la nuova legalità lo consente.
E’ interessante però il risultato. Si tratta come un
privilegio invece che un diritto la mobilità con automobile dei residenti.
Qualcuno potrebbe obiettare, ma non è un diritto, il comune potrebbe vietare la
circolazione privata nella ZTL. Si, e qualcuno potrebbe fare la rivoluzione…
Per dire, sarebbe ignorare che Bologna se non vanta il più grande centro
storico d’Europa (lo vantava eccome, ma poi s’è messa in mezzo Torino)
sicuramente vanta il-più-grande-numero-di-parcheggi-privati (e spesso molto
sotterranei)-nel-centro-storico d’Europa e forse del mondo e nessuno si
martella le dita da solo, sia di destra o di sinistra, maschio o femmina, laico
o prete.
Per converso, nell’ansia di recupero del voto giovanile, i
titolari di ogni genere di veicolo a due ruote, residenti o non residenti,
italiani o stranieri, possono liberamente (e selvaggiamente) circolare e
sostare nel centro storico. Non solo, ma in base a una legge italiana, possono
circolare nelle corsie preferenziali del servizio pubblico. Quanto alle
biciclette (e ai monopattini) è pia aspirazione della sinistra, mascherata
sotto il pretesto dell’ecologia sostenibile, di garantire per legge ogni
violazione attualmente tollerata.
Aggiungete il costume – sicuramente autorizzato e raccomandato dal Comune o dalla Regione, di inviare le multe l’ultimo giorno utile cioè il 90° – e si può capire che io dovrò versare 75,10 x 90 = 6759 euro al comune a patto di fare versamenti quasi quotidiani, altrimenti 9000 euro. Viva però il coronavirus che mi ha impedito l’uso dell’auto quasi subito e riuscirò a cavarmela con 540 euro per 7 violazioni!
Burocrazia kafkiana?
No, francamente non accetto eufemismi.
Estorsione con metodo mafioso? Forse. Ma non è questo il punto. Il punto
è che questi gerarchi sono di sinistra e la sinistra è sinistra, tanto più che,
al bisogno, canta Bella ciao e non si vergogna di usare i morti dei 20
mesi 43—45 come capitale umano da 75 anni. Il
comunismo sovietico non è durato tanto!
Avvertenza:
questo articolo l’ho scritto molto tempo fa. Pagata la
settima e ultima multa lo pubblico. Nel frattempo ho accertato che le multe sono fioccate a
partire dal giorno dopo l’elezione di Bonacini a presidente della regione.
Inoltre, recandomi più volte in posta per ritirare gli avvisi giudiziari, gli
impiegati hanno confermato che queste multe per mancanza di contrassegno
virtuale non riguardavano solo me, ma numerosi abitanti del centro storico.
Nel contrassegno ancora presente sulla mia auto, come su
molte altre, c’è scritto sul retro: valido finché sussistono le seguenti
condizioni, residenza nel centro storico, patente, possesso dell’auto. Come
minimo il comune o la regione avrebbero dovuto avvertirci di compilare on line
il nuovo contrassegno.
Quanto alla trasparenza. Come la concepisco io, dovrebbe
riguardare i cittadini. Con la vecchia vetrofania potevo verificare chi sostava
o circolava senza diritto. Adesso lo sanno solo i dirigenti
dell’amministrazione.
Non mi meraviglio, per esempio, che da qualche tempo la Piazza
del Francia adiacente a Piazza Minghetti sia piena di macchine in sosta, senza
la benché minima traccia di segnaletica blu, bianca o gialla che lo consenta.
Da qualche giorno ho appreso un’affermazione di Ennio
Flaiano che mi era ignota: ‘ci sono due categorie di fascisti, i fascisti e gli
anti-fascisti’. Non so in quale occasione l’abbia pronunciata, ma certamente
oggi è senz’altro una buona occasione per accreditarla: la stessa prepotenza,
la stessa arroganza. O forse una situazione che non è mai venuta meno e
spiegherebbe tanto della nostra storia.
PS: 290 290 290 è il numero unico dei tanti uffici Tper.
L’avete mai provato?